Marostica

Marostica è nota in tutto il mondo per la partita a scacchi che si svolge ogni due anni (anni pari) con personaggi viventi nella piazza cittadina, nel secondo fine settimana di settembre: è una tradizione avviata nel 1923 e che si vuole ispirata ad un evento del 1454, sebbene non vi siano prove storiche.

DurataDue ore
PeriodoTutto l'anno

Per questa tradizionale manifestazione la cittadina vicentina viene anche soprannominata “la città degli scacchi”. Come per la Rocca di Asolo, la storia di questi luoghi si perde nella notte dei tempi. Una lunga teoria di castellieri punteggiava ogni altura a dominio di quella che fu la più importante via di comunicazione paleo-veneta, che attraversava trasversalmente il Veneto proprio a ridosso della prima fascia collinare pedemontana. In epoca romana, a dimostrarne l’importanza, la via “Marostegana”, meglio conosciuta come “strada della lana”, da Padova puntava direttamente sulla cittadina dominata da un Mansio o forse un Castrum, porta d’accesso verso l’altopiano di Asiago.

 

Il castello, così come lo vediamo, fu eretto poco dopo il mille e con le mura, come due braccia piegateavvolge la cittadella che si trova proprio sotto sulla prima fascia pianeggiante e si congiunge al Castello Inferiore. Il castello fungeva anche da “Caneva” (dal latino Canipa) per il deposito e la riscossione di tributi in natura, nonché per il controllo dell’importante via della transumanza tra l’altopiano ed il padovano, ancora molto viva in epoca medioevale (e perfino fino ad epoche recenti). Nel 1928 Ezzelino III consegnò la città ai vicentini, col patto di demolire l’insediamento militare.

 

Alla luce della mancata smilitarizzazione del castello, lo stesso Ezzelino dovette impegnarsi per la riconquista. Alla sua morte i padovani s’impossessarono del territorio bassanese e del castello di Marostica, per poi cederlo agli Scaligeri. Passò di mano, per avvenimenti politici o guerreschi, a tutte le signorie dominanti in quell’effervescente sprazzo di storia tra feudalesimo e liberi comuni. Infine, dal quattrocento, con il dominio di terra della Serenissima perse ogni importanza militare e, come tutte le cittadine murate dell’alto Veneto, divenne un importante centro agricolo e commerciale. Nonostante ciò, il castello superiore venne assediato e ridotto a rudere dalle truppe imperiali della Lega di Cambrai.