Una giornata speciale per i convittori – 18 settembre 2014
Per cacciare dalla mente gli ultimi fantasmi delle vacanze estive, per riannodare amicizie, per familiarizzare con i nuovi arrivati.
Prima settimana di scuola e di convitto. I nostri giovani non hanno ancora smaltite le “fatiche estive” profuse in abbondanza nel bel gioco delle vacanze, ove sole e spensieratezza coloravano e scaldavano i giorni in libertà.
Durante le lezioni sono lì sui banchi, imbambolati, con gli occhi smarriti nel vuoto, con la testa rintronata: le parole dei docenti sono freccette fastidiose ai loro timpani, da dove entrano ed escono vaghe e sbiadite nell’atmosfera assonnata della classe.
Al pomeriggio, seduti al tavolo di lavoro, sfogliano stancamente le pagine del libro, che pesano come macigni, indigeribili.
“Per liberarli da questa “stagnazione” bisogna portarli fuori verso arie frizzanti che rigenerino ‘sti polmoni asfittici; aria di montagna, insomma. E noi, alle nostre spalle, vette da scalare ne abbiamo; vedi Malga Camol, ad esempio : può fare al nostro caso ”, dice il prof. Parolin responsabile del Convitto.
Così, con la collaborazione di Fratel Marino e della signorina Sara e con il placet del prof. Battistella, Coordinatore Scolastico, giovedì 14, alle ore 8.30 si parte, sgambettando fin lassù (m. 1450) sui sentieri tracciati dai soldati della prima guerra mondiale.
La “giovanil brigata” ( una quarantina; gli altri quindici, impossibilitati, arriveranno in macchina) incurante dell’erta ascesa ( più di mille metri di dislivello), s’invola nei primi tratti; poi, ammansiti dall’esperto prof. Parolin, s’adeguano al “passo del montanaro”; qualche “sbuffo” nei passaggi più ripidi; di quando in quando, sostando su alcune piazzole, che paiono “balconate”, si godono il panorama dell’ampia pianura che si stende sotto i loro piedi dal Piave ai Colli Berici, mentre la colta “guida” li aggiorna sui paesi, città, fiumi, strade…
E si va su; sono giovani, d’accordo, ma a guardarli in faccia, arrossata e madida, si capisce che la fatica si fa sentire. Finalmente:” Eccola là, la Malga !”. Ultimo tratto, in discesa, di corsa.
Trovano ristoro presso tavoli, imbanditi di pane, salame, formaggio e bibite
Finalmente seduti si lasciano baciare dal caldo sole, che li aveva accompagnati fin dal mattino.
In attesa della “braciolata” che Francesco e Leonardo ( neo diplomati e fedelissimi filippiniani) stanno preparando, girando e rigirando le carni sull’infuocata graticola posta sul grande focolare, ragazzi e ragazze in gruppi sparsi ciacolano, raccontandosi gli ultimi spezzoni delle avventure estive.
Ore 12.30. Preparate le tavole all’interno della grande taverna (ricavata dalle stalle della vecchia malga), vengono servite braciole, salsicce, patatine fritte, frutta, dolce e bevande.
Vederli così distesi, spensierati e disponibili dà ragione a chi voleva questa gradita“pausa”: domani, cari docenti, avrete in classe studenti che penderanno dalle vostre labbra…
Ormai saziati e riposati sono pronti per il rientro, sempre “pedibus calcantibus”( i chilometri da fare sono diversi…). E’ vero che le ombre della sera ricordano loro che domani c’è scuola; ma questo non del tutto esaltante pensiero, non li ha turbati nel “fare la cartella” per il giorno dopo, una volta giunti in collegio; un po’ più riconciliati con le esigenze della vita (cioè a dire: il dovere chiama) si sono, infine, coricati, sognando sentieri e panorami d’un mondo senza tempo…